
I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a
materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco
Montano.
Secondo una leggenda erudita, riportata da Dionigi di Alicarnasso
la città sarebbe stata fondata da profughi di Sparta. In passato
inoltre è stata fantasiosamente identificata con il paese dei Lestrigoni
o con la sede della maga Circe (Odissea).
La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto
su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più
elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La città
ebbe il nome di Tarracina, di presumibile origine pre-indoeuropea
e secondo alcuni collegato al vocabolo etrusco Tarchna, dal quale
deriva anche il nome dei re di Roma Tarquinio Prisco e Tarquinio
il Superbo.
Terracina romana
Sembra che la città sia presto entrata nell'orbita romana,
forse già nel VI secolo a.C.: viene infatti menzionata nel primo
trattato tra Roma e Cartagine, riportato da Polibio. Alla fine dello
stesso secolo fu tuttavia occupata dai Volsci, che le diedero il
nome di Anxur, come riporta Plinio. Riconquistata dai Romani nel
406 a.C. vi fu dedotta nel 329 a.C. la colonia romana, che inizialmente
prese il nome di "Colonia Anxurna". Ai Volsci o ai Romani potrebbero
riferirsi resti di mura di fortificazione in opera poligonale. Secondo
alcuni nel 316 a.C. si svolse nei pressi della città la battaglia
di Lautulae, nell'ambito della seconda guerra sannitica.
Il lastricato della via Appia nel centro della città romana
(Foro Emiliano)
Nel 312 a.C. vi passò la via Appia, che collegava Roma con
Capua e la città crebbe di importanza, cominciando ad espandersi
nella pianura, in collegamento con lo sfruttamento agricolo del
territorio, mentre la città più antica venne progressivamente trasformandosi
in zona monumentale. Importanti trasformazioni urbane avvennero
sotto Lucio Cornelio Silla (inizi del I secolo a.C.), al quale si
devono la costruzione del teatro e la ricostruzione in forme scenografiche
del tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant'Angelo. A quest'epoca
si devono anche altre costruzioni in opera incerta.
Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.
si ebbe la ricostruzione del "Foro Emiliano", che fu pavimentato
da un magistrato locale della famiglia degli Aemilii e dotato di
portici e di nuovi edifici civili e religiosi. All'epoca di Traiano
si deve il taglio del Pisco Montano per un altezza di 128 piedi
romani (37,88 m), che permise il nuovo tracciato della via Appia,
e la ricostruzione del porto.
Agli inizi del V secolo l'ultimo intervento cittadino riguarda
l'erezione di una nuova cinta di mura che racchiuse anche parte
della città bassa.
Terracina medioevale e moderna
La via Appia venne ancora rimessa in funzione sotto Teodorico,
che intraprese anche a questo scopo una bonifica delle paludi pontine,
riformatesi in seguito alla mancanza di manutenzione delle canalizzazioni
romane.
In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e
lo storico Procopio riferisce la buona conservazione della strada
ancora nel VI secolo.

La
città alta con le casi torri e il duomo di San Cesareo
Alla fine del X secolo papa Silvestro II concesse la città
in feudo a Dauferio, conte di Traetto. Nel 1074 venne solennemente
consacrata la cattedrale dal vescovo Ambrosio e qui ebbe luogo nel
1088 l'elezione di papa Urbano II. La città fu interessata dalle
lotte tra le grandi famiglie romane: i Crescenzi eressero un castello
nella parte alta, poi conquistato dai Frangipane nel 1153. Questi
furono poi cacciati poi a loro volta nel 1202 da un insurrezione
popolare: il castello fu distrutto e fu istituito il comune. Dopo
un periodo turbolento, nel 1295 fu eletto podestà papa Bonifacio
VIII, che riportò l'ordine e risanò le finanze cittadine.
La città era cresciuta con borghi murati fuori delle mura
più antiche, in corrispondenza delle porte principali e fino alla
città bassa. A quest'epoca risale il rifacimento della cattedrale
e l'erezione delle case-torri dei privati cittadini. La città fu
dotata di edifici pubblici e l'ordinamento cittadino si basò sull'urbanistica
romana e non più sulla divisione in parrocchie.

Il
porto canale oggi, visto dal tempio di Giove Anxur
Durante il soggiorno dei papi ad Avignone, nel XIV secolo
il Comune si oppose ai Caetani di Fondi, che giunsero ad occupare
il monte Sant'Angelo nel 1346 e ne furono cacciati per intervento
della flotta genovese. Nel XV secolo la città fece parte dei domini
dei re di Napoli Ladislao I e Giovanna II, ma al ritorno di papa
Martino V nella sede papale di Roma fu restituita al pontefice nel
1420.Terracina fu rioccupata dal re di Napoli Alfonso I nel 1435.
Le lotte tra le fazioni favorevoli al papa, agli aragonesi e ai
francesi provocarono la decadenza della città e la fine dell'autonomia
comunale: la città venne pacificata nel 1499 dall'intervento di
papa Alessandro VI.
Nel XVI secolo la malaria provocò una continua diminuzione
della popolazione (nel 1572 si era ridotta a circa 150 abitanti).
Il ripopolamento fu favorito nel XVII secolo dai pontefici con la
distribuzione gratuita delle terre e le esenzioni fiscali e nuove
famiglie abbienti restaurano e ricostruiscono le case signorili;
si edificano o si restaurano le chiese.
Con papa Pio VI dal 1785 si intraprese la bonifica delle paludi
e la città si sviluppò nella piana, presso l'antico porto romano
con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla
ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa. Nel 1818
papa Pio VII firmò con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato
che sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa
Gregorio XVI si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale.
Il 14 settembre 1870 la città fu annessa al Regno d'Italia.